333 7678652 / 347 0587825 belmonteu@libero.it
Seleziona una pagina

La presenza di innumerevoli simboli esoterici presenti in alcuni edifici di Monteu Roero ha portato l’Associazione culturale e turistica “Bel Monteu” ad estendere le proprie ricerche storiche e capire le origini ed i motivi di queste esternazioni materiali.

Il ritrovamento di reperti misteriosi durante i lavori di ristrutturazione di edifici antichi presenti nel centro storico del paese roerino ha acceso la curiosità di alcuni amanti della storia e delle leggende.

Una lastra in pietra antichissima scolpita con raffigurazione di un “pesce” stilizzato, posizionata come pavimentazione di una antica cucina, già pronta per essere convogliata presso la discarica pubblica, ha innescato l’inizio di questi studi storici rilevando una connessione con una antica lastra, probabilmente di chiusura di una sepoltura, connessa a probabili simboli di inizio del cristianesimo. L’intero edificio ha poi svelato la presenza di un locale cinquecentesco con volte a vela su pilastro tondo di sostegno con presenza di stella a 7 punte detto “ettagramma”, anch’esso simbolo esoterico. Tale raffigurazione, risulta infatti segno sacro a Venere – dea dell’Amore nell’albero cabalistico.

Sempre lo stesso edificio, cela al primo piano ora sottotetto, distrutto dal terribile terremoto del 23 febbraio 1887 che colpì tutto il nord Italia e soprattutto la Liguria con gli esempi di Triora e Bussana ed il Basso Piemonte con conseguenze drastiche anche per il Castello di Monteu Roero, importanti ed unici dipinti murali rappresentanti le carte dei tarocchi. Tali simboli sono stati scoperti anche su alcune antiche porte, nascoste ai visitatori, presenti nel maniero monteacutese, simbolo del territorio Roerino. Studi approfonditi hanno permesso di definire queste particolari carte da gioco risalenti tra il tardo Medioevo ed il Rinascimento e, oltre ad assumere carattere prettamente ludico, sono poi diventate i principali strumenti della cartomanzia.

Anche i popolari “crotin” – antiche cantine sotterranee tipiche e le famose rocche  di Monteu Roero, risultano testimoni di vicende legate al mistero. Tra i labirintici cunicoli e i selvaggi ripidi anfratti sabbiosi si nascondono personaggi misteriosi e leggendari che, amplificati da leggende popolari, rivestono particolare interesse antropologico. Eremiti, banditi e selvaggi personaggi hanno nei secoli passati popolato nascoste case grotta ed hanno così alimentato la fantasia degli abitanti che durante le celebri “vijà” invernali nelle stalle, venivano tramandate da generazione a generazione.

Ricerche scolastiche, allievi della Scuola Media di Canale, portarono alla ribalta la fontana del diavolo di Monteu Roero dove un neonato avvolto in misere fasce viene raccolto da un soldato tornato dalla guerra che si è impietosito e vuole prendersene cura. Durante il cammino il bambino diventa sempre più pesante e quando il soldato arriva a casa dalla moglie la sorpresa è davvero grande. Dalle fasce spunta il volto di un adulto con la barba che sparisce subito tra fuoco e fiamme.

Tutto il territorio comunque, è risaputo, è da sempre stato oggetto di leggende e storie dedicate a masche, streghe e fantasmi. Tra le innumerevoli storie è di particolare interesse il racconto tratto dal libro “le streghe a Torino” di Maria Russo, che, al capitolo “la messa rossa” si parla di Enrichetta Migliero che, nel 1855, nella propria abitazione della Frazione San Bernardo di Monteu Roero, al tempo chiamata la casa del mistero, eseguiva metodicamente rituali esoterici, magici, cerimonie, sacrifici e pozioni magiche a base di erbe medicinali, anche con la presenza e partecipazione di personaggi famosi del piemonte borghese. Le cerimonie eseguite in nome della dea Ecate, dea della stregoneria e dell’amore, erano veri e propri riti satanici con tanto di altare, candele e frasi magiche.

********************

Altre masche: Catlina Barra di località Novarini di San Grato che, riusci a slegare un carro di legna e sgiogare i buoi di Caciurot sulla pesa di Michelot della Cantina e dal racconto di una vicina di casa che voleva andare ad una festa si andò a lavare e usci tutta impiastriccicata di fuliggine. La fuliggine era spesso utilizzata per umiliare le giovani donzelle che solevano recarsi a feste e balli. (esempio anche della mamma di Miranda di Maiolo in località Tre Rivi)

*****************

E’ inoltre necessario, a questo punto del racconto, parlare del fantasma del Castello di Monteu Roero, che, per la verità risulta essere una fata, che noi abbiamo battezzato Valentina dall’interprete principale del romanzo di storia piemontese ambientato nello stesso castello “Valentina di Sant’Andrea” di Luigi Allerino. La sua presenza continua da secoli a manifestarsi, aprendo porte, accendendo luci e spostando oggetti. Recenti testimonianze di  persone che hanno vissuto tra le antiche mura ed hanno per cosi dire dormito nelle vecchie camere, avvalorano la sua costante presenza. Le dimostrazioni degli innocui scherzi che usa fare sono altresì  documentati dagli attuali usufruitori e proprietari dell’immobile che, alla stessa è stata addirittura dedicato un liquore all’assenzio dal nome “favola mia”.